Metal Novel: la mostra di Vincenzo Rusciano

ARTE CONTEMPORANEA

di Maria Gaia Redavid

Intervista tratta dal sito Exibart

Si intitola “Metal Novel” l’ultima esposzione di Vincenzo Rusciano negli spazi della Chiesa delle Scalze, di Napoli: abbiamo raggiunto l’artista per farcene raccontare le suggestioni

Lo scorso sabato 28 maggio è stata inaugurata la nuova personale dell’artista napoletano Vincenzo Rusciano. La mostra, dal titolo “Metal Novel”, è allestita presso lo straordinario spazio della Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, a Napoli, e sarà visibile fino al prossimo 4 giugno. L’esposizione è realizzata sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee 2022 ed è accompagnata da un catalogo con testo critico curato dalla storica dell’arte Alessandra Troncone ed edito da Iemme edizioni. Abbiamo intervistato l’artista per conoscere tutti i particolari di “Metal Novel”.

                                            

Quando nasce l’idea di questa mostra e perché il titolo “Metal Novel”? In che modo, infine, il suggestivo contesto della chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, partecipa all’esposizione e vi dialoga?

Non è la prima volta che come artista mi confronto con uno spazio come questo: nel 2014 ho realizzato una mostra personale site specific, il cui titolo era “Sponda”, nella Chiesa di Sant’Aniello a Caponapoli, che è un altro gioiello del patrimonio artistico del centro storico della nostra città, chiesa con la quale avevo instaurato un dialogo intimo, realizzando un progetto che narrava di statue e tessere di mosaici antichi, frammenti del nostro patrimonio che nella mia visione si salvano da un possibile oblio per consegnarsi alla memoria.

Ripensando a quel progetto è immediato ritrovare una continuità con le opere presentate oggi alla Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo: il richiamo al bene archeologico, ai temi del recupero e del restauro, che si intrecciano con la metafora della nostra città come cantiere. E le opere presenti oggi in questa mostra dal titolo, appunto, “Metal Novel”, rimarcano questa relazione. Ed è così che ha preso vita “questo romanzo di metallo”: «Come note su un pentagramma dalla lucentezza metallica – scrive Alessandra Troncone nel testo critico che accompagna la mostra – come segni su uno spartito che si sviluppa nello spazio, i suoi elementi si dispongono a raccontare una storia materiale e immateriale». La mostra, mi fa piacere ricordare, è realizzata sotto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee 2022 ed è accompagnata da un catalogo che sarà a presentato nelle prossime settimane presso la Galleria Nicola Pedana, a Caserta.

Ogni città è un grande cantiere. Quali sono le peculiarità dello stratificato cantiere napoletano?

Certamente che per la sua ricchezza è unica al mondo. Una profonda stratificazione, quella di Napoli, che è sociale e culturale ancor prima che geologica, artistica e architettonica. Una fusione di centinaia di civiltà, fino ad arrivare anche all’abuso contemporaneo, che forse non si sono mai del tutto sovrapposte ma hanno scelto di mescolarsi, di aggiungere ciascuno un tassello a quel che già c’era.

È possibile declinare il termine precarietà, legato all’essenza stessa del cantiere, con una connotazione positiva?Volendo essere lontano da prese di posizioni preconcette, forse abbondanza e frammentarietà in certi casi non sono scindibili, la tua è una domanda che presuppone un inevitabile rispecchiamento tra condizione della società e stato dell’arte. Una miscela particolare che si è venuta a creare nei secoli in questa città

Nella mostra vediamo esposte tre strutture, che fungono da cornici ad altrettanti racconti. Di che cornici si tratta?

Sono visioni sullo stato di certe cose, in cui tutto fluttua in una condizione di precarietà generale (anche di condizione sociale) ma dove forse tutto sommato è conservata una certa dignità

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