Materiali umani: dieci giorni di laboratorio teatrale

“Materiali umani” è un laboratorio aperto alla città che si propone di indagare la relazione del corpo umano con la materia.
Il laboratorio è aperto a persone di ogni età, anche senza alcun tipo di esperienza teatrale. Al contrario, le differenti attitudini dei partecipanti saranno considerate un arricchimento al gruppo di lavoro.
Il laboratorio si svolgerà nella Chiesa delle Scalze ma sono previste due uscite in esterna, una in città ed una in un luogo naturale.
Si indagherà la relazione con la materia attraverso il gioco.
Il bambino scopre il mondo attraverso i sensi ma anche attraverso l’identificazione con l’oggetto, si trasforma e diventa ciò che vede per entrare in contatto e conoscere la realtà che lo circonda.
Durante il laboratorio si giocherà a scoprire le differenti materie in questo senso, come dei piccoli esploratori che guardano alle cose per la prima volta.
Nel relazionarsi con la materia riaffioreranno memorie perdute e si scopriranno nuovi modi di usare le cose quotidiane. Oltre all’esplorazione attraverso oggetti e materiali, ci saranno anche delle passeggiate “sensoriali” in città e in luoghi naturali perché l’architettura di una città, il mare o gli alberi di un bosco sono anch’esse materie che stimolano e modificano il nostro corpo e il nostro essere.
Il mondo è materia e il luogo che abitiamo ci definisce, modifica il nostro modo di agire e noi siamo agiti da ciò che ci circonda. Ma come reagisce il nostro corpo ai differenti materiali con cui si relaziona? Come cambia il nostro agire in presenza di materie diverse?
Chi abita in città avrà una relazione diversa con lo spazio rispetto a chi abita in un piccolo paese, su un’isola, in campagna o in una foresta.
Questo perché ogni elemento dello spazio è significante e parlante e ci modifica. Non possiamo evitare di entrare in relazione con il mondo delle cose.
Tutto questo verrà fatto attraverso lo spirito d’esplorazione infantile, con la precisione e il piacere proprio dei bambini.
Io sono e divento ciò che gioco, sono un albero, un palazzo, un pezzo di cartone e attraverso quello divento altro ancora.
L’ispirazione di questo laboratorio parte da alcune fotografie di Vivian Maier in cui l’uomo si mischia con la materia e la materia diventa vivente.
Per il laboratorio sono consigliati abiti comodi e scarpe da ginnastica.
È richiesto ad ogni partecipante di portare con sé un oggetto, l’oggetto può essere un semplice foglio di cartone, un lenzuolo, una sedia, insomma ciò che si desidera e con cui si desidera giocare.
Se si vuole si può anche portare un piccolo testo teatrale e non o una canzone.
LUOGO: Chiesa “Le Scalze”, Salita Pontecorvo 86, 80135, Napoli
Dal 10 al 20 settembre, 18-20h tutti i giorni.
Il giorno 20 è prevista una piccola mise en espace aperta al pubblico.
(È richiesto un contributo minimo di partecipazione di € 25 per tutto il periodo)
Per info e prenotazioni: ariannapastena@gmail.com/ 3464043982

Termina alle Scalze una bellissima esperienza: il progetto Quid

Il progetto Quid per la promozione della creatività e del protagonismo degli adolescenti realizzato da ScalzaBanda è giunto al termine. È stato un anno intensissimo, pieno di esperienze, scoperte, emozioni, incontri…
Grazie al Comune di Napoli Assessorato alle Politiche Sociali che ha sostenuto il progetto, a tutti i partner di progetto Le Scalze, I Cantieri dell’immaginario, Forum Tarsia, a tutti gli esperti Simo Capecchi / Sketching Workshops & Events, Andrea Renzi, Sara Sbaragli, Teatri 35, Sociedade Filarmónica 1902 Atouguia da Baleia, Francesco Paolo Manna, Dudo Stefani, Global Hood, Carlo Arace, Collettivo Rando Velo Forrò, allo Scugnizzo Liberato e Santa Fede Liberata per l’ospitalità e a tutti coloro che a vario titolo hanno condiviso un pezzetto di questo bellissimo progetto. E grazie soprattutto ai ragazzi e le ragazze che con il loro entusiasmo e voglia di fare ci hanno sorpreso e incantato ogni giorno di più!
Riprese e montaggio a cura di Raffaele Romano.

Dopo l’emergenza: parte il progetto QUID

QUID è un progetto innovativo e sperimentale in favore degli adolescenti del Comune di Napoli, Assessorato all’Istruzione e alle Politiche di Inclusione Sociale, ideato e realizzato dall’Associazione Scalzabanda Onlus nell’ambito della Municipalità 2.
Utilizzo degli spazi già adattati e recupero di spazi attualmente non in uso alle Scalze
Raccontare il proprio punto di vista attraverso forme espressive di vario genere: inchiesta audiovisiva, articoli scritti, fotografia, racconto, illustrazione/disegno, azioni sceniche e performative.
il progetto si struttura in varie linee di attività
prima linea
Realizzazione di un luogo di incontro, a libero accesso, punto di riferimento e di ritrovo dove i ragazzi trascorrano il tempo libero in maniera stimolante, instaurando relazioni significative con i coetanei attraverso modalità flessibili e spontanee, contesti in cui si possa sostenere la costruzione da parte dei ragazzi del proprio sé sociale, in un percorso di riconoscimento reciproco e autenticità delle relazioni. In tale ottica la possibilità di creare uno spazio che possa essere utilizzato in maniera autonoma e in parte autogestito e personalizzato rappresenta un aspetto centrale, in quanto conferisce appartenenza ed identità al gruppo e permette di vivere una esperienza significativa nella transizione verso il mondo al di fuori della propria famiglia.
seconda linea
Attività di partecipazione e apprendimento informale rivolte ai ragazzi dai 14 ai 18 anni che possano coinvolgere un gruppo stabile di adolescenti con la partecipazione dei ragazzi presso la sede principale delle attività e che facilitino il riconoscimento da parte dei ragazzi delle proprie passioni, dei propri talenti e delle risorse personali di ciascuno e che consentano – a partire da queste – di sviluppare competenze e conoscenze spendibili nella propria vita, nell’ottica di una maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità di agire il cambiamento e promuovere benessere sia rispetto al proprio percorso individuale di crescita che rispetto al contesto collettivo nel quale si trovano ad agire
terza linea
Azioni territoriali che possano raggiungere, con iniziative periodiche o modulari, ulteriori gruppi target di adolescenti della medesima fascia di età, dislocati in diverse zone della Municipalità di riferimento
quarta linea
Organizzazione della fase di progettazione e di coinvolgimento dei ragazzi e della comunità territoriale con azioni di service learning sul territorio
quinta linea
Documentazione con particolare riferimento alla costruzione di un prodotto audio-video che documenti e racconti il percorso realizzato focalizzando sulle esperienze realizzate e sugli apprendimenti e cambiamenti vissuti dagli adolescenti, mettendo al centro il loro punto di vista, in modo da “dare parola” al loro percorso di crescita

Il vuoto proprio

“Il Vuoto Proprio è un esercizio di pensiero sugli spazi urbani vuoti che si concentra sulle aree di sedime risultanti da crolli o demolizioni, di proprietà privata, in cui il Piano Regolatore Generale
di Napoli prevede la ricostruzione a parità di volume per attrezzature pubbliche e/o di uso pubblico.
Questi vuoti urbani, una discontinuità nel mezzo omogeneo che è la città consolidata, sono spazi in cui si produce movimento e variazione, dove il passare del tempo e dell’azione umana vengono resi espliciti.
Per questi spazi il progetto propone una forma di trasformazione non definitiva, non perentoria, priva di volume. Una trasformazione – alla quale si lavorerà con i laboratori – capace di illuminare la natura del vuoto come spazio in divenire, capace di essere continuamente qualcosa di diverso.”

20 febbraio alle ore 18:17 ·
Lecture | Il Vuoto Proprio_area 3 Avvocata / Montesanto

21.02 | ore 10
Le Scalze, Chiesa di San Giuseppe delle Scalze a Pontecorvo, Salita Pontecorvo, 65
Lecturer: Alessandra Cianelli, Christopher Thomson

_Sulla pratica della Meraviglia.
Gli sguardi amorosi riaprono gli occhi dei dormienti chiusi dal passato insolente | Alessandra Cianelli

L’uso della Meraviglia e dello Spiazzamento, tecnologie proprie delle pratiche artistiche e del gioco infantile, consentono di entrare, percorrere, sperimentare e immaginare spazi e tempi, mentali e materiali, altrimenti (quasi) inaccessibili.
La pratica ininterrotta della provocazione e della rottura della forma, e la sua incessante quotidiana umile ricostruzione sempre diversa, potrebbe provocare la procreazione di una tecnologia della conoscenza che si muove a un altro livello, quello dell’attenzione ininterrotta al fare (pensiero, parola, segno, gesto, suono, respiro…). Forse così potrebbe emergere solo il necessario.
Le teorie potrebbero essere un altro aspetto delle pratiche e viceversa, praticamente la stessa cosa, in un’altra forma.

→ https://ilpaesedelleterredoltremare.wordpress.com/